La storia della Fortezza Albornoz è collegata a quella di Innocenzo VI e alla sua politica, considerata la migliore di tutti i papi di Avignone. Cercando di riportare l’ordine a Roma, egli nominò suo legato per l’Italia il cardinale spagnolo Egidio Albornoz. Lo scopo era quello di ricondurre al controllo papale le grandi città italiane. Dopo aver riconquistato tutte le terre della Chiesa, intorno al 1360, il condottiero spagnolo avviò un progetto di fortificazione militare dello stato.
La “politica delle Rocche” e la Fortezza Albornoz
Grazie a questo progetto, definito la “politica delle Rocche”, sorsero una serie di grandi castelli e vennero fortificate costruzioni già esistenti. Si strutturò così una sorta di spina dorsale armata che coinvolgeva le seguenti regioni: Romagna, Marche, Umbria e Lazio. In questo modo i territori riconquistati dalla Chiesa erano sotto il controllo militare, che presidiava i centri urbani e i punti di snodo più cruciali. Inoltre le relative popolazioni avrebbero avvertito tangibilmente l’effettiva presenza dell’autorità centrale ecclesiastica. La Fortezza di Orvieto fu edificata nel 1364 sopra la duecentesca Porta Soliana, strategico punto di accesso alla città, sul limite orientale della rupe. La sua costruzione fu affidata al Conte Ugolino di Montemarte, architetto militare dell’Albornoz. Di forma quadrilatera, la rocca era circondata da un ampio fossato e da alcuni ponti levatoi. Nel 1390 purtroppo venne distrutta a causa di lotte intestine alla città, che riguardavano particolarmente i Monaldeschi.
Le sue infinite trasformazioni
A causa della sua valenza strategica per Orvieto e dintorni, la Fortezza Albornoz fu oggetto di continue battaglie. Un’importante ricostruzione avvenne per volontà di Niccolò V. La eseguì Antonio da Carpi, sul vecchio perimetro nel 1450-52, con l’aggiunta del torrione circolare. Nel 1527, per volere di Clemente VII, Antonio da Sangallo il Giovane realizzò il celebre pozzo di San Patrizio. Concepito come approvvigionamento idrico a servizio della stessa fortificazione e della città. La fortezza fu poi completata da Urbano VIII nel 1620 e in seguito restaurata da Alessandro VII. Restò in funzione come struttura militare per tutto il Settecento. Demolita in gran parte nel 1831, iniziò una fase di grande decadenza, ma dieci anni dopo l’orvietano Francesco Ricchi la prese in enfiteusi. Fece costruire un anfiteatro con gradinate e palchi, da dove si assisteva a corse di cavalli e manifestazioni popolari, e curò la realizzazione dei giardini.
La rocca oggi
Nel 1888 i fossati furono riempiti per i lavori dell’attuale funicolare. Viste le molteplici demolizioni subite e i cambiamenti strutturali, ovviamente solo alcune parti sono giunte fino a noi intatte. Dal basso la visione è spettacolare: le mura e la torre, fissate nella loro maestosità, sembrano fondersi nella rupe di tufo. E la fortezza appare allo sguardo quasi come una scultura nella roccia. Oggi, al suo interno, ci sono dei giardini pubblici, e si può ancora ammirare la casa che dette i natali al famoso giornalista Luigi Barzini. A volte viene utilizzata per ospitare mercatini, spettacoli, eventi culturali, ludici o enogastronomici. Inoltre, dagli spalti si può godere di uno splendido panorama sulla campagna circostante Orvieto, compresa la valle del fiume Paglia.