La “Festa della Palombella”, che si tiene ogni anno in occasione della Pentecoste, rappresenta per Orvieto uno degli eventi religiosi più importanti dell’anno. Eterno simbolo di candore, la bianca colomba è in questa occasione l’emblema dello Spirito Santo, e incarna un forte attaccamento a un’antica tradizione popolare. Lo spettacolo anima ogni anno, nella stupenda piazza del Duomo, numerosissime persone della città stessa o turisti incuriositi che catturano tutto attraverso fotografie e filmati.
La festa della Palombella
La celebrazione fu istituita agli inizi del XV secolo per iniziativa della nobildonna Giovanna Monaldeschi della Cervara, rappresentante di una delle famiglie più antiche e importanti della città. In origine si prevedeva che la colomba venisse legata ad ali aperte ad uno stemma, nella posizione dello Spirito Santo. Lo stemma scorreva su un cavo che, partendo dall’edicola raffigurante l’Empireo, posta sulla Chiesa di San Francesco, attraversava tutta la Via Maitani. Lo scopo era di far raggiungere dalla colomba il tabernacolo in legno riproducente il Cenacolo eretto sul Sagrato del Duomo. Questo l’avrebbe accolta addobbato con botti e mortaretti, che si sarebbero accesi al suo arrivo. In seguito alle proteste degli animalisti, dal 2005, la palombella non è più legata allo stemma, ma viene collocata in un tubo di plastica trasparente. Parzialmente accontentati, essi vorrebbero però che l’animale vivo venisse definitivamente sostituito con un simulacro.
La Palombella e il suo simbolico viaggio
La festa della Palombella rievoca, con il simbolico volo della colomba, la discesa dello Spirito Santo sulla Vergine e sugli Apostoli. La lunga corda metallica infatti ha alle sue estremità due tabernacoli. A quella di partenza, sul tetto della chiesa, c’è il tabernacolo raffigurante il Paradiso; all’altra invece quello raffigurante il Cenacolo. Quest’ultimo, con gli Apostoli (sulla testa dei quali si accendono delle fiammelle di fuoco) e la Madonna, viene posto sui gradini del Duomo. La tradizione vuole che in base alla fluidità del movimento e da altri fattori si traggano auspici per l’anno agricolo successivo. Grandi aspettative dunque da parte degli orvietani, che incantati a seguire il percorso dell’uccello, vedono in questa cerimonia nuovi presagi per l’annata. Non è un caso che l’entusiasmo si accenda ancor di più insieme agli spari dei mortaretti, che innescati da una fiamma segnano la fine del “viaggio”, accompagnato da uno scroscio di applausi.
Una città in festa
Il viaggio della Palombella ha luogo a mezzogiorno, ma prima e dopo di questo l’allegorica manifestazione riempie di musica e colori l’intera città. Durante tutto l’arco della giornata infatti, la settima edizione di “Orvieto in fiore” anima le vie e le piazze. Presenti un “Corteo dei popolani“, la banda, i balestrieri, gli sbandieratori e i musici dei quartieri. Con anche l’aggiunta di cornamuse e danze medievali viene egregiamente rievocata la giornata di festa legata alle “nozze monaldesche”. Non resta dunque che godere di questo meraviglioso e pittoresco evento dall’inizio alla fine. Tenendo sempre le dita incrociate affinché, dopo che il Vescovo, sventolando il fazzoletto dal balcone del Palazzo dell’Opera del Duomo, darà il via alla Palombella, questa non si fermi durante il tragitto!