“Orvieto…deserta città guelfa che tace adorando il suo bel Duomo in cima ad una roccia di tufo, sopra una valle malinconica, una città silenziosa…d’un tratto, in fondo a una via, un miracolo: il Duomo.” Gabriele D’Annunzio
Osservando il duomo di Orvieto ho sempre pensato che descriverlo in un articolo sarebbe stata un’impresa molto ardua. E’ un capolavoro artistico che rischia di essere svilito da qualsiasi tentativo di scrittura, persino la più lusinghiera. Si tratta infatti di un’opera d’arte che parla da sola e che meriterebbe solo pura contemplazione. Arrivando a Orvieto dall’autostrada si può già ammirarne la sua magnificenza che svetta sulla rupe. Percorrendo la strada che porta fino alla grande piazza si resta letteralmente senza fiato. Ma la cosa stupefacente è che alla sua vista non ci si abitua mai. Nemmeno chi ci vive da tutta la vita riesce a non provare stupore ogni volta che, sbucando da un vicolo, se lo trova davanti.
Uno splendore che cattura ogni sguardo
La cosa più incredibile è che il duomo, o una parte di esso, si vede praticamente da qualunque parte della città. Può riempire lo sguardo dalla terrazza di un attico, dalla finestra di un bagno al primo piano o lungo la strada che porta alla scuola del proprio figlio. In pratica chiunque può godere della sua bellezza. Una signora orvietana, un giorno, durante una passeggiata mi disse una frase che mi colpì molto. Una volta raggiunta la strada di fronte la facciata della cattedrale sospirò: “Qualsiasi sofferenza, preoccupazione o difficoltà viene placata da questa splendida visione”. Ed è proprio vero, il duomo illumina sempre, e tutto. Anche la luce che penetra all’interno, attraverso le magnifiche vetrate policrome, gli dà un soffio di vita unico. L’atmosfera che si respira è di intensa spiritualità, ogni dettaglio è fonte di profonda emozione.
Il miracolo di Bolsena e il duomo di Orvieto
La sua costruzione fu avviata nel 1290 per volere di papa Niccolò IV, con lo scopo di dare una collocazione al Corporale del miracolo di Bolsena. La reliquia era già stata portata a Orvieto per ordine di papa Urbano IV, residente allora sulla rupe, dove aveva stabilito la residenza della corte pontificia. Infatti fu da lì che nel 1264, con la bolla Transiturus, il pontefice istituì per tutta la Chiesa cattolica la solennità del Corpus Domini. Il direttore dei lavori Fra Bevignate da Perugia, seguì un progetto iniziale con schemi compositivi romanici. Questi erano stati disegnati probabilmente da Arnolfo di Cambio. A egli succedette, prima della fine del secolo, Giovanni di Uguccione orvietano, che introdusse le prime forme gotiche coprendolo con volte.
Il duomo e i suoi artisti
Proseguì col ruolo di capomastro dell’opera, agli inizi del Trecento, lo scultore e architetto senese Lorenzo Maitani. Egli ampliò in forme gotiche l’abside e il transetto e determinò, pur non terminandola, l’aspetto della spettacolare facciata. Nel 1330, quando morì, gli succedettero vari architetti e scultori tra i quali Andrea Orcagna. Fu lui che compose e intagliò finemente il magnifico rosone. I lavori della facciata terminarono alla fine del XVI secolo con il completamento delle guglie grazie a Ippolito Scalza. I muri esterni furono dipinti a strisce alternate bianche e nere alla fine del XIX secolo. Le colonne cilindriche interne, in tema con le pareti esterne, presentano fasce alternate di travertino e basalto.
Un trionfo di gusto e di armonia
Nel 1350 circa venne costruita la Cappella del Corporale, affrescata da Ugolino di Prete Ilario e altri collaboratori. Al suo interno un ciclo dedicato al mistero della Transustanziazione. L’autentico gioiello è però il preziosissimo Reliquiario del Corporale: un capolavoro dell’arte gotica, realizzato dall’orafo senese Ugolino di Vieri in argento, oro e smalto. Nel primo Quattrocento venne invece costruita la Cappella di San Brizio, una pietra miliare della pittura rinascimentale italiana, affrescata però solo più tardi. La stupefacente decorazione fu avviata dal Beato Angelico e terminata da Luca Signorelli. Del Signorelli sono gli affreschi del Giudizio Universale e il programma iconografico dedicato ai poeti dell’antichità. Sempre a proposito dell’interno del duomo, del quale si potrebbe scrivere per ore, vorrei ricordare tre cose in particolare. Sulla parete della navata sinistra possiamo ammirare un affresco di Gentile da Fabriano, nel transetto una Pietà di Ippolito Scalza e infine il monumentale organo.
Un luogo per ogni occasione
La cattedrale di Santa Maria Assunta di Orvieto è considerata uno dei massimi capolavori dell’architettura tardomedievale con varie contaminazioni stilistiche. Sono da ammirare anche i suggestivi gargouilles, tipicamente gotici, che sporgono dalla facciata. Nonostante il succedersi di diversi artisti, l’intero aspetto del duomo di Orvieto è un perfetto ed incantevole ‘insieme’ armonico ed equilibrato. Oggi, oltre ad accogliere quotidianamente la comunità cristiana di Orvieto, ospita spesso spettacolari eventi, anche nell’ambito del Festival Arte e Fede. Il duomo infatti non è solo un luogo di culto. Durante l’anno, in diverse occasioni, si è trasformato in un vero e proprio palcoscenico per concerti o esibizioni teatrali.